VACCAJ CULT
Incontri tra Letteratura Musica & Arti
Il Nostro Istituto, nell’intento di ampliare la propria attività culturale, proporrà una serie di incontri tra Letteratura Musica & Arti dal titolo “VACCAJ CULT”.
Questa iniziativa vuole essere un’occasione in più per poter conoscere una realtà culturale come quella dell’Istituto, che da quarantuno anni è fortemente radicata nella nostra città e sul territorio.
L’iniziativa si propone di riavviare, dopo questo lungo tempo di quasi completa inattività pubblica, dovuta prima al terremoto e poi alla pandemia, uno spazio dove poter ritrovare negli ambienti dell’Istituto il gusto del condividere momenti dedicati ai nostri interessi e alla nostra persona.
Vuole inoltre offrire la possibilità a tutte le Associazioni Culturali di poter avere la certezza di uno spazio dove poter collaborare e realizzare obiettivi comuni.
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“STRUMENTI CHE PARLANO, PAROLE CHE CANTANO”
“Dall’Africa al Brasile, viaggio sonoro attraverso la musica extra-europea”
Un itinerario attraverso la voce, il corpo, il silenzio, il suono ed il ritmo.
PEPPE CONSOLMAGNO: percussioni, voce, symbols
Peppe Consolmagno: Il tappeto su cui sparpaglia i suoi strumenti sembra un’officina del ritmo e dei sogni, uno spazio liberato dalla cacofonia della vita moderna e consacrato al piacere del suono. Peppe Consolmagno costruisce oggetti sonori per sé e per Nana Vasconcelos, uno dei suoi tanti estimatori. Altri ne inventa utilizzando materiali recuperati durante i suoi viaggi. Altri ancora ne immagina unendo la sua voce alla sinfonia di timbri e colori che si sprigionano da questa singolare orchestra formata da una sola persona. Grandi cucurbitacee saheliane trasformate in tamburi ad acqua, un gong birmano, lo sciabordio di un caxixi, vasi di terracotta africani che cantano, scrosci di sanza, flauti pigmei ed altro ancora, tra Sudamerica, Africa, Asia e regioni immaginarie, tra strumenti presi in prestito dalle più diverse tradizioni e altri totalmente inventati o reinventati. Musicologo apprezzato, brillante, animatore di seminari e workshop, Peppe Consolmagno costruisce i suoi spettacoli come piccoli racconti ambientati in una dimensione magica.
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Alcuni appunti di quello che la stampa ha detto di Peppe Consolmagno, per il nuovo progetto “Dance of the Voices”:
Un concerto che avvolge lo spettatore in un universo ricco di sonorità meditative e lasciano ad ogni partecipante all’evento la capacità di liberare la mente verso uno spazio multicolore e, al tempo stesso, ipnotico e trascendente.
Peppe Consolmagno riesce a fare musica in punta di piedi, insegue il suono, lo stana, lo inventa, lo danza, lo anima. Sembra cogliere il ritmo dalle vibrazioni nell’aria, perchè c’è già, basta sentirlo. La sua voce e quella dei suoi strumenti che si costruisce da sè… è una voce sola, la voce di infinite voci.
Consolmagno è un artista visuale del suono, di forte comunicativa con il pubblico. Un artista che mette a disposizione del pubblico la sua musica con fantasia, gusto, esperienza, genialità e un’incredibile dote di manualità, conducendo gli spettatori a divenire una vera e autentica orchestra di voci.
La sua virtù è raccolta nella ricerca della semplicità dei gesti e della forma arcaica dei suoni. Dalla fonetica e dagli elementi della natura, Consolmagno crea un suo esperanto di suoni. Ciò che colpisce della sua poetica è la consapevolezza della relazione intima tra suono e silenzio. Riesce a creare architetture musicali capaci di svelare all’ascoltatore un universo sonoro che scorre dentro e fuori ciascuno di noi. Quando la sua voce si interseca con i suoi suoni creando sacralità della voce e delle note, si ha un espressione elevatissima della poesia, una celebrazione del suono.
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Un itinerario attraverso la voce, il corpo, il silenzio, il suono ed il ritmo.
– L’interesse verso la musica extraeuropea;
– la conoscenza della pulsazione nelle varie culture musicali;
– la conoscenza delle origini e dei nomi di alcuni strumenti musicali;
– l’approccio con i materiali con cui vengono costruiti gli strumenti musicali;
– la trasmissione del materiale musicale; il rapporto personale con lo strumento;
.- come far parlare gli strumenti; il corpo e la voce; l’ascolto; il valore del silenzio;
– il ritmo; l’aspetto curativo; la creatività, l’improvvisazione, la complicità.
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Peppe Consolmagno, nato a Rimini nel 1958, cresciuto in Italia, utilizza strumenti in gran parte autocostruiti con materiali recuperati nei suoi viaggi, come la zucca, il bambù, il legno ed il metallo. La sua musica si esprime attraverso strumenti che appartengono a culture extraeuropee, come quella del Brasile (sua principale fonte di ispirazione), dell’Africa e dell’Asia, ma che hanno un linguaggio in comune. Il Gong birmano, la Conchiglia, le Tazze da meditazione, i Vasi africani, i Flauti ad una nota pigmei, i Tamburi ad acqua ed il Berimbau, uniti alla voce ed allo stretto rapporto intimistico con essi, che egli ha, creano una dimensione unica dove prevalgono il suono naturale, il silenzio, il timbro ed il ritmo.
Consolmagno ha già al suo attivo partecipazioni da protagonista a Festivals Internazionali come: “Umbria Jazz”, “Festival Internazionale del Jazz a Montreal in Canada”, “Jazz o Brasil” a Parigi, “Kunstamt Stegliz” a Berlino, “Drum 2000” festival delle percussioni a Bologna, “Festival di Musica da Camera” a Tolentino, “Centro Studi Brasiliani” C.E.B. a Roma, “World Music Festival” a Lanciano, “Percussion World and Sound PWS7” ad Asti, RAI “RadioTre Suite”, “Jaco Pastorius Music Festival” a Coriano, “V° World Music Festival” a Roma, “Musica dei Popoli” a Firenze, ” Festival Sete Sóis, Sete Luas” in Portogallo, “Percussionistica” World Rhythm Festival ad Umbertide, Istituto Musicale P.Mascagni a Livorno, Liceo Musicale a Catania, Conservatorio Vivaldi Alessandria, Attraverso Festival, Brasil Festival a Bologna, Festival Fano Jazz by the Sea, Festival Womad, Fandango Jazz Festival – La Palma a Roma, Festival I Suoni delle Dolomiti in Trentino, Festival International de Sousse in Tunisia, Festival Banlieues Bleues a Parigi, Scat Jazz Club di Madeira, Festival de Órgão da Madeira (Portogallo).
Ha una intensa attività di ricerca musicologica, che lo ha portato e lo porta a tenere seminari e workshops sulla musica extraeuropea e sulla costruzione degli strumenti a percussione. Peppe Consolmagno costruisce oggetti sonori per sé e per Nana Vasconcelos, uno dei suoi tanti estimatori. Consolmagno ha scritto anche per riviste specializzate e quotidiani come “World Music”, “Percussioni”, “Strumenti Musicali”, “Jazz”, “DrumClub”, “Il Manifesto”, “Musica Jazz”, “Jazzit”, DrumSetMagazine, “Jazzitalia”, “CiaoJazz”, “CupaCupa”, “Musicando”, ed altre. E’ stato invitato a Salvador-Bahia (Brasile), come unico europeo al “III e IV PercPan” (Panorama Mondiale della Percussione). Attraverso il suo lavoro come giornalista e le sue interviste a famosi musicisti, egli intende dare voce allo stile ed alla linea di pensiero che lo accomuna a loro. Egli ha collaborato con altre forme di arte (teatro, pittura, scultura, poesia, danza), Istituzioni (Università e scuole), e media (radio e Tv).
SITO UFFICIALE: http://www.peppeconsolmagno.com/consolmagno.htm
YOUTUBE: https://www.youtube.com/user/PeppeCons
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Già dal maggio scorso Fabio Sileoni, giovane ed agguerrito ricercatore storico d’ambito culturale, ha consegnato alle librerie il suo nuovo libro sul cantante Nicola Benedetti di origine pollentina, pubblicato da Andrea Livi Editore con il patrocinio del Comune di Pollenza, dell’Accademia dei Catenati, degli Amici dello Sferisterio e degli Amici di Verdi di Busseto. Istigatore virtuoso di Sileoni a questa impresa, che può considerarsi di una ridondanza enciclopedica (quasi seicento pagine!), è stato il suo amico Piero Molini, melomane incallito e sodale con Andrea Francalancia quale memoria storica del nostro Sferisterio. In questa circostanza il loro virus ha contagiato Sileoni che si è unito a questi nella sua veste di storico e tenace ricercatore di memorie liriche, verdiane in particolare. Da tale suo “scavo” è emersa una figura di cantante di caratura internazionale: Nicola Benedetti, celebre basso verdiano vissuto dal 1821 al 1875, (dal periodo della maturità rossiniana a quello della maturità verdiana). Cantante dall’umile esordio nella sua Pollenza, Nicola Benedetti ha poi calcato i palcoscenici d’Italia e di mezza d’Europa ( Senigallia, Lucca, Livorno, Verona, Reggio, Siena, Lisbona, Oporto, Roma (Argentina e Apollo), Odessa, Genova, Vienna, Trieste, Madrid, Bucarest, Amburgo, Berlino, e via dicendo. ) facendosi apprezzare per la sua straordinaria preparazione scenica, per il suo scrupolo e attenzione ai dettagli e, non certo ultima, per una rara voce di basso profondo particolarmente adatta a ruoli drammatici i più diversi: dal Mosè al don Basilio di Rossini, al l’Oroveso di Bellini, al Prefetto e l’Alfonso di Donizetti, oltre ad alcuni personaggi di Meyerbeer, ai formidabili personaggi verdiani che rispondono ai nomi di Zaccaria, Pagano, Silva, Attila, Massimiliano, Sparafucile, Ferrando, Fiesco, e a quel Banco di Macbeth che il giovane Nicola ebbe l’onore di “creare” al Teatro della Pergola di Firenze nel marzo del 1847 con l’aria del secondo atto “Come dal ciel precipita…,” che Verdi scrisse appositamente per la sua voce. Si accennava alla meticolosità dei particolari: un giornale dell’epoca annota che nel vestire i panni di un mefistofelico Beltramo Benedetti studiò personalmente il costume, e fu di tale efficacia espressiva che qualcuno degli spettatori fu talmente impressionato da mandare nel suo camerino un rosario e un crocifisso (pag. 453).
Un folto stuolo di cantanti primari e comprimari cantò con Benedetti, e sono proprio questi che la trattazione mette in nuovo rilievo fornendo tutti i dati possibili. Attorno ai più noti Gaetano Fraschini, Filippo Coletti, Filippo Colini, Marianna Barbieri Nini, Adelaide Borghi Marno. Scrive in proposito Piero Mioli, che ha autorevolmente presentato il volume al teatro di Pollenza il 18 giugno scorso:
Ecco il senso dell'”enciclopedia”: solita mente, molte biografie di cantanti sono tanto in adorazione del loro idolo da scordarsi di tutto il resto, come se un artista, anche il più grande, potesse esser nato dal nulla e dover rimanere sempre solo soletto.
Il libro di Sileoni, ricchissimo di illustrazioni, documenti, epistolari e manifesti d’epoca, racconta tutto per filo e per segno, e si uniforma a un’idea originale di intitolare i singoli capitoli con la menzione delle città via via coinvolte.
Otto anni di ricerche; notti insonni e tanti tanti viaggi per le biblioteche italiane e straniere: fate entrare Fabio Sileoni in un archivio o in una biblioteca ed è come se sguinzagliaste un segugio in un campo coltivato brulicante di lepri!
Tornando al serio, citiamo una riflessione di Hector Berlioz che Sileoni ha voluto inserire come incipit del suo libro: Fra l’amore e la musica c’è questa differenza: l’amore non può dare l’idea della musica, la musica può dare l’idea dell’amore.
Buona lettura!
LUCIO DEL GOBBO
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LA MUSICA SENZA CONFINI:
DA MENDELSSOHN A RACHMANINOV
Tra i numerosi capolavori pianistici di Rachmaninov, questi affascinanti brani dell’op. 11 furono preceduti dal suo Trio élégiaque in re minore e dai sei brani per pianoforte che comprendevano l’Op.10. L’Op. 11 fu seguita da due opere orchestrali: Capriccio su temi gitani, Op.12 e la Sinfonia n. 1 in Re minore, Op.13. Questo gruppo di opere che circondano l’Opus 11 (in particolare le due opere sinfoniche) sono state pubblicate anche in edizioni per pianoforte a quattro mani. Si sa molto poco dei Sei Morceaux, Opus 11, tranne che furono scritti di getto nell’aprile del 1894, come ammise in seguito Rachmaninov, per “bilanciare i libri”, quindi per motivazioni probabilmente economiche. L’apertura Barcarolle in sol minore è ossessivamente memorabile, sfumata con le inflessioni melodiche orientali che erano una caratteristica così forte del primo stile di Rachmaninoff. Lo Scherzo in re maggiore si increspa e passa in un lampo. Il Thème russe in si minore è contrassegnato da Andantino cantabile, ed è una serie di rappresentazioni contrastanti del famoso “Canto dei barcaioli del Volga”. Il quarto pezzo è un vivace ma eccentrico Valse in la maggiore. Il tema principale cadenzato e la sezione marcata più pesante in contrasto con la sezione centrale Moderato che alterna lento e veloce, e il trattino conclusivo di Presto alla fine, sembrano tutti essere un omaggio a Ciajkovskij. La romanza in do minore che segue è lamentosa e interrogativa inframmezzata da numerosi sospiri musicali. Lo Slava conclusivo (Gloria!) è il pezzo forte del set ed è interpretato nella chiave opportunamente trionfante di do maggiore. Non diversamente da Pâque russe (Pasqua russa), il movimento conclusivo della sua precedente suite per due pianoforti Op. 5 (composta nel 1893), Slava è un pezzo di bravura basato su temi popolari russi con effetti di campane di chiesa, senza eguali nella letteratura pianistica a quattro mani.
L’Ottetto op.20 per archi in mi bemolle maggiore scritto nel 1825 all’età di 16 anni, probabilmente la migliore opera giovanile di Mendelssohn, rende testimonianza di una solida e intensa formazione musicale. È un’originale composizione per un insolito organico strumentale: quattro violini, due viole, due violoncelli, che in quel periodo non ha precedenti; la trascrizione per duo pianistico fu operata dallo stesso autore. Questa composizione di Mendelssohn si avvale di scrittura complessa, quasi sinfonica, dove ogni strumento assolve a un proprio ruolo ben determinato; l’Ottetto è concepito come una struttura ciclica, con temi che frequentemente si ripropongono o che derivano l’uno dall’altro, con l’unica eccezione dell’Andante. Il primo movimento, il più esteso dei quattro, presenta un tema inquieto e mutevole, soggetto a progressive iterazioni che ne accrescono il carattere enigmatico. Appare un secondo tema cantabile che, elaborato e sovrapposto al primo, conduce ad una pausa; poi una nuova energica espansione armonica, con passaggi paralleli su tutte le voci, ripropone il tema principale. L’andante è un tema elegiaco, sognante, costruito su brevi cellule melodiche contrapposte che ne accentuano il carattere di barcarola. Come lo stesso Mendelssohn confida alla sorella Fanny, lo Scherzo è ispirato al sabba delle streghe della Notte di Valpurga dal “Faust” di Goethe. È il movimento più notevole ed emblematico di tutta la composizione; la polifonia strumentale leggera e vorticosa, i toni dinamici e fiammeggianti, anticipano i caratteri del “Sogno di una notte di mezza estate”. Il movimento conclusivo si basa su un contrappunto a otto voci di grande forza espressiva; al fugato iniziale seguono consistenti slanci solistici. La trasposizione per piano a 4 mani, realizzata dallo stesso Mendelssohn, riesce mirabilmente ad esaltare la complessità formale e la ricchezza stilistica della partitura originale, Innovativa anche per la concezione intimamente ciclica della composizione, che esclude il solo secondo tempo da un gioco di rimandi inaspettato e tanto più sorprendente.
Duo Daniele GIUSEPPUCCI/ Giorgio SPADONI:
Formatisi entrambi musicalmente, seppur in periodi diversi, presso l’Istituto Vaccaj sotto la guida in particolare del M° Paolo Gigli.
Daniele Giuseppucci ha per moltissimi anni costituito un duo pianistico con lo stesso M° Paolo Gigli, tenendo numerosi concerti ed interventi musicali in svariate località marchigiane ed italiane.
Dopo la prematura scomparsa del M° Gigli (2013) uno dei suoi allievi di quel periodo, Giorgio Spadoni si è esibito insieme allo stesso Daniele Giuseppucci in un bellissimo concerto commemorativo. Pur essendo per entrambi l’attività musicale una mera passione, da quel momento il duo Giuseppucci / Spadoni ha continuato ad esibirsi con continuità, portando avanti con volontà ed entusiasmo l’opera iniziata in precedenza dal duo Gigli-Giuseppucci. Lo scopo principale del duo Giuseppucci/Spadoni è quello di scovare le migliori gemme del repertorio a quattro mani e divulgarle al pubblico; pagine pianistiche magari meno conosciute ma non per questo meno affascinanti, coinvolgenti e meritevoli di attenzione rispetto a quelle tradizionalmente eseguite.
Programma
SERGEI RACHMANINOV (1873-1943) “Six Morceaux” op.11 (1894)
- Barcarola / Moderato (G minor)
- Scherzo / Allegro (D major)
- Tema russo / Andantino cantabile (B minor)
- Valse / Tempo di Valse (A major)
- Romanza / Andante con anima (C minor)
- Gloria (Slava) / Allegro moderato (C major)
FELIX MENDELSSOHN BARTHOLDY (1809-1847) “Ottetto” op.20 (1825)
- Allegro moderato ma con fuoco (mi bemolle maggiore)
- Andante (do minore)
- Scherzo. Allegro leggierissimo (sol minore)
- Presto (mi bemolle maggiore)
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INVITO ALL’OPERA
Incontri dedicati al grande repertorio lirico
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
di Gioachino Rossini
Proiezioni commentate
da ANDREA PETROZZI
Interventi musicali a cura dell’Istituto Musicale “N. Vaccaj”
Elisa Miconi – flauto, Mario Puerini – flauto
Piero Pietrani – clarinetto, Matteo Antonio D’Addetta – cl. basso
Verranno eseguiti brani di G. Rossini
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Nella seconda metà di Marzo Tolentino si appresta alla commemorazione dei “Martiri di Montalto”. In occasione di questo evento l’Istituto Musicale “Nicola Vaccaj” di Tolentino ha deciso di dedicare una delle serate “Vaccaj Cult” alla presentazione del libro “Minime storie di un sopravvissuto – 1943-’44. Diario di guerra di Bruno Frapiccini”.
Marina Frapiccini, autrice della pubblicazione e figlia dell’indimenticato fondatore della sezione maceratese dello SNALS, anche in qualità di nuovo membro del Direttivo dell’Istituto Vaccaj, darà lettura delle parti salienti del libro alternandole ad interventi del Prof. Enzo Calcaterra, noto studioso e storico, che illustrerà ciò che accadde in quegli stessi giorni a Tolentino. La manifestazione verrà inoltre musicalmente animata dal Piccolo Coro “SELIFA”, diretto da Mario Baldassarri.
Egli presenterà brani che caratterizzarono proprio gli anni della seconda guerra mondiale illustrati nel libro.
Obiettivo della serata sarà quindi presentare la realtà degli anni 1943 e ’44 dal punto di vista della vita vissuta di un prigioniero nei lager nazisti, contestualizzandola con quanto accaduto contemporaneamente nel nostro territorio, sullo sfondo di una ben precisa realtà musicale. Introdurrà la serata Matteo Pasquali, componente del Direttivo dell’Istituto Vaccaj, con particolare abilità e predilezione per la presentazione di spettacoli in ambito artistico.
Piccolo Coro “SELIFA”
All’interno dell’Associazione Musicale Selìfa, e fin dalla sua costituzione (2013), opera a San Ginesio “Il Piccolo Coro di Selìfa”, così definito sia per il numero di componenti (oggi appena 10), sia perché composto originariamente da 6 coriste adolescenti, di diversa nazionalità. A queste giovani è stata fin dall’inizio offerta una preziosa esperienza didattica che le avvicinasse alla pratica musicale, ne avviasse e potenziasse il processo di intonazione e valorizzasse le singole attitudini canore.
L’appartenenza delle coriste a varie nazioni ha sicuramente arricchito l’attività musicale vera e propria di un’ulteriore valenza formativa, caratterizzata da socializzazione ed integrazione.
A queste adolescenti si sono presto affiancate 4 coriste adulte, che hanno meritoriamente svolto la funzione di “chiocce musicali” rispetto alle giovanissime colleghe.
Dopo due anni di forzata inattività (terremoto con conseguente perdita della sede sociale prima, covid poi), il Piccolo Coro ha ripreso la sua attività con il Concerto di Natale dello scorso 30 dicembre.
Il “Piccolo Coro di Selìfa” è preparato, accompagnato al pianoforte e diretto dal Presidente dell’Associazione Mario Baldassarri.
INTERVENTI MUSICALI
- Tanto pe’cantà (1932)
- Il tamburo della banda d’Affori (1943)
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- Non ti scordar di me (1935)
- Bambina innamorata (1937)
- Non dimenticar le mie parole (1937)
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- Eulalia Torricelli (1946)
- Ma dove vai bellezza in bicicletta (1951)
- Papaveri e papere (1952)
- Chella llà (1956)
- Come prima (1956)
- Aveva una casetta (1957)
- Voglio vivere così (1941)
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É inutile negare che nascere donna significa combattere ogni giorno contro stereotipi secolari, che per le donne nella musica forse sono ancora maggiori.
Qual é stato il ruolo delle donne nella musica nel passato e che opportunità hanno oggi le ragazze che scelgono di studiare musica per suonare, cantare, comporre o produrre opere classiche e canzoni?
Oggi ci sono musiciste virtuose, cantanti di successo e grandi strar del pop ricche e famose, ma la vera sfida di nascere donna é far convivere ruoli naturali e legittime aspirazioni in evoluzione dentro e fuori le mura domestiche. Come conciliare famiglia e lavoro, tempo libero, passioni e talento?
Durante la serata verranno eseguiti brani musicali di:
Francesca Caccini (1587 – 1641)
Chi desia di saper
Dov’io credea le mie speranze vere
Barbara Strozzi (1619 – 1677)
Spesso per entro al petto
Che si può fare
Fanny Hensel-Mendelssohn (1805 – 1847)
Lied op. 9 n. 1 Die Ersehnte
Lied op. 9 n. 2 Ferne.
Lied op. 9 n. 6 Die Mainacht
Clara Wieck-Schumann (1819 – 1896)
Lied op.12 n. 11
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Giovedì 16 dicembre 2021 – Ore 21.00 incontro con Tiziana Muzi e Fabrizio Alessandrini.
A PIÚ VOCI “L’importanza dell’educazione della voce nei bambini”
L’educazione vocale dei fanciulli è una parte dell’educazione musicale tante volte trascurata!
Dall’Organizzazione Mondiale della Sanità …la musica è un “fattore ambientale” in grado di promuovere la socializzazione e di incrementare il livello di intelligenza intra e interpersonale favorendo al contempo il miglioramento delle prestazioni dei soggetti con bisogni educativi speciali.Pertanto l’arte dei suoni, che si sviluppa all’interno di relazioni con il mondo esterno con la sua capacità di soddisfare determinati obiettivi e con la sua facoltà di assumere funzioni simboliche e strumentali, non solo plasma la nostra mente, ma in maniera congiunta favorisce la crescita educativa del bambino potenziandone la sua immaginazione acustica, requisito quest’ultimo imprescindibile per ogni forma di conoscenza, artistica e scientifica.
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Giovedì 28 ottobre 2021 – Ore 21.00 Incontro con Ennio Cominetti.
Autore del libro “Gioacchino Rossini, Il genio burlone”
La prima proposta del “Vaccaj Cult 2021” sarà dedicata alla presentazione da parte degli stessi autori, di libri di vario genere. Gli interventi saranno alternati da brevi esecuzioni musicali degli allievi o dei docenti dell’Istituto.
Al primo incontro è prevista la presentazione di due libri dedicati a Gioachino Rossini, scritti del Maestro Ennio Cominetti. L’autore sarà accolto nel tavolo della conferenza da due noti personaggi di altissimo livello culturale: la prof.ssa Isabella Tonnarelli (Presidente dell’associazione culturale tolentinate Accademia Filelfica), lo scrittore prof. Paolo Paoloni. La serata vedrà la partecipazione del pianista Alberto Cartuccia Cingolani, di quattro anni, vincitore del “Premio Mozart” nel Concorso Internazionale di Barletta. Conduce l’evento Matteo Pasquali.
La serata si terrà giovedì 28 ottobre 2021 alle ore 21.00 presso l’Istituto “N. Vaccaj” nell’Auditorium “Gigli – Pagliari” in Via del Mattatoio, 27 Tolentino
Si prega di prenotare entro venerdì 22 ottobre. a: info@istitutomusicalevaccaj.com o telefonando al numero 0733.961410 dal lunedì al venerdì dalle ore 15.00 alle 19.30.
L’incontro si svolgerà nel rispetto delle misure anti Covid in vigore.
Per accedere all’Auditorium è obbligatorio il Green Pass.
ENNIO COMINETTI organista, direttore di coro e d’orchestra. Svolge attività in ogni parte del mondo. Si è esibito come solista e come direttore, con oltre mille concerti, nelle più importanti cattedrali e in alcuni fra i più noti teatri di Europa, Nord, Centro e Sud America, Medio Oriente e Africa
Ha pubblicato due libri su Gioacchino Rossini: “Ah, che bel vivere… Guida ai piaceri della tavola e ai luoghi del grande Rossini”, per EurArte; “Gioacchino Rossini, il genio burlone”, per Unicopli.
Come suo costume, in entrambi i lavori Ennio Cominetti si rivolge ad un pubblico vasto, non necessariamente agli addetti ai lavori. Infatti, il suo intento è quello di far conoscere il passato dei grandi musicisti in modo scanzonato, ironico e talvolta anche irriverente, nel tentativo di renderli il più possibile graditi al grande pubblico, che dovrebbe tornare a riempire i teatri e le sale da concerto.
“Gioacchino Rossini, il genio burlone”
In queste pagine, condite con un po’ di sana ironia e un pizzico di irriverenza, attraverso aneddoti e curiosità talvolta inediti, Ennio Cominetti racconta il genio di Gioacchino Rossini. Lo inquadra nel suo contesto storico attraverso la descrizione sia delle persone a lui più vicine sia dei luoghi che lo ebbero come ospite e che ne celebrarono la grandezza. Una lettura piacevole e coinvolgente che saprà interessare chiunque, in particolare i non addetti ai lavori ai quali l’autore intende rivolgersi al fine di far conoscere loro il fascino della grande musica.
Accademia Filelfica di Scienze Lettere ed Arti di Tolentino
Isabella Tonnarelli Presidente dell’Accademia Filelfica. L’Accademia Filelfica viene istituita nel 1825 con lo scopo di promuovere lo studio delle lettere, delle arti e delle scienze. Fu il compendio di un serio movimento letterario che dal 1692 in poi era andato lentamente scadendo. Nel 1844 annoverava tra i suoi soci Monaldo Leopardi, padre di Giacomo; il filologo e lessicografo Niccolò Tommaseo, autore del fondamentale Dizionario della Lingua italiana; lo scrittore Pietro Giordani, amico e corrispondente di Giacomo Leopardi; i musicisti Nicola Vaccai, Giuseppe Persiani, Livio Liviabella, Giuseppe Zonghi; l’architetto Giovan Battista Carducci, autore della ristrutturazione della Basilica di S. Nicola; cultori di arte e di storia come Severino Servanzi Collio e Zeffirino Re, e numerosi e illustri studiosi italiani, membri di altre Accademie di rinomanza nazionale. Era presente una sola donna, la poetessa fiorentina Amelia Sarteschi Calani. I soci si riunivano in alcune periodi dell’anno nel palazzo comunale dove, nelle “tornate accademiche”, facevano conoscere i loro componimenti letterari o i risultati delle loro ricerche scientifiche. L’Associazione, venuta meno alla fine del secolo, tornò a riprender vita nel 1947 con la grande “Mostra cittadina d’arte antica e moderna” nella quale furono esposte opere anche di eccezionale importanza, conservate allora presso molte famiglie tolentinati.
Paolo Paoloni
PUBBLICAZIONI
Il mausoleo e il sarcofago di Flavius Iulius Catervius a Tolentino (1996)
Musica e musicisti nella Basilica di San Nicola a Tolentino,
vol. 1: secoli XIV-XVIII (2005)
Musica e musicisti nella Basilica di San Nicola a Tolentino,
vol. 2: secoli XIX-XX (2009)
Giuseppe Spoglia successore di Carissimi.
Un musicista tolentinate nella Roma del XVII secolo (2015)
Alberto Cartuccia Cingolani
è nato a Macerata il 05/04/2017 e ha iniziato lo studio del pianoforte nell’aprile del 2020 con la mamma Alessia, che lo segue tutt’ora. Ha già partecipato a varie competizioni nazionali e internazionali on line, ottenendo il primo premio assoluto al “MusicArte Nazionale” di Ozegna (TO), al “Salento Music Competition”, al “Pianisti 4-16 anni AGIMUS”, al “Sonia Pahor” di Ciampino (Roma), al “Luigi Cerritelli Internazionale” di Milano e al “Città di Barletta Internazionale” dove ha conseguito anche il “Premio Mozart”.
Programma:
G. Rossini: “piccole note” sul Guglielmo Tell
F. Kuhlau: Sonatina Op.55 n.1 in do maggiore.
L. van Beethoven: Sonatina n°6 in fa maggiore.
W. A. Mozart: Sonata K545 in do maggiore – I movimento.
S. Prokofiev: Tarantella op. 65.